giovedì 21 febbraio 2013

mancato recepimento della direttive sull'efficienza energetica in edilizia


Il nostro Paese deve attuare la 2010/31/Ue.
Ha due mesi di tempo per evitare il giudizio della Corte di giustizia europea.
L'Italia rischia il rinvio di fronte alla Corte di Giustizia europea per il mancato recepimento della direttive sull'efficienza energetica in edilizia. La Commissione europea ha inviato al nostro Governo e ad altri 3 Paesi (Bulgaria, Grecia e Portogallo) la richiesta di notificare entro 2 mesi le misure per il rispetto delle regole europee sull'efficienza e risparmio energetico nei palazzi nuovi ed esistenti.
I 4 Stati, secondo Bruxelles, non hanno rispettato gli obblighi della direttiva 2010/31/Ue, che prevede che gli Stati membri stabiliscano e attuino dei requisiti minimi di consumo energetico, assicurino la certificazione di tali consumi e prevedano ispezioni regolari agli impianti di riscaldamento e di condizionamento. La direttiva, inoltre impone agli Stati membri di assicurare che, entro il 2021, tutti i nuovi edifici rientrino nella categoria dei cosiddetti "edifici a energia quasi zero".
In particolare, l'Italia è stata deferita insieme agli altri 3 Paesi per non aver recepito la normativa nel diritto nazionale entro il 9 luglio 2012. Il rischio di un deferimento alla Corte Ue (e conseguenti multe in casi di condanna) per il nostro Paese appare assai concreto, considerato che, con il Parlamento sciolto e le elezioni politiche alle porte, sarà difficile recepire una direttiva così importante in appena 2 mesi. (fonte: Archinfo.it / Xclima news)


Il paradosso è che mentre faticosamente e ognuno per suo conto, stato e regioni completavano l'iter del recepimento della precedente normativa europea, ormai vecchia di molti anni, l'Europa ha emanato una nuova direttiva. Viene da chiedersi se il meccanismo di recepimento fortemente rallentato dal "federalismo" sia quello giusto per garantire velocità e efficienza nel rispetto delle norme europee. In sostanza attualmente lo stato recepisce una norma europea ma questa rimane lettera morta fino a quando le regioni non la avranno recepita a loro volta con più o meno modifiche. Salvo poi diventare legge (la norma statale) nel caso le regioni rimangano inerti e non facciano una propria legge. Le leggi regionali però dovrebbero allinearsi a quella nazionale.... Insomma il classico pasticcio all'Italiana che ora ci porta ad avere una "nuova legge sui requisiti energetici edilizi" che in realtà è una vecchia legge datata e superata a livello europeo!




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